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A Walt Disney Silly Symphony!

giovedì 5 febbraio 2015

Un popolo dai due volti: inciviltà e follia critica collettiva

Si parla, tanto per essere chiari, della metropolitana di Napoli, delle sue splendide stazioni dell'Arte e non delle sue inefficienze nè dei costi indubbiamente abnormi sostenuti per aprire nuove fermate.  O meglio, se ne parla, ma per criticare chi non riesce a scindere le mele dalle pere, o peggio ancora un salame napoletano da un gorgonzola. Perchè sono discorsi diversi allo stesso modo.
Non si parla nemmeno del dramma tutto italiano riguardante i secolari tempi dei lavori, che ovviamente rende Napoli la peggiore sotto questo punto di vista.

Non sono mai stato tenero con i napoletani e, in generale, con Napoli. Città meravigliosa, la mia, una culla di storia dell'arte italiana, rinascimentale e di era moderna, purtroppo abitata da masse di energumeni incivili col solo interesse di imbrattare monumenti, giardini e strade, distruggere invece di glorificare, come la storia imporrebbe, incapaci come sono di comprendere bellezze artistiche di prim'ordine. Di converso, una borghesia atavica che avrebbe eccome i mezzi per imporre quella rivoluzione culturale necessaria al progresso civile dell'intera metropoli, ma preferisce sottomettersi alla Napoli plebea, schiacciata dai pregiudizi classisti e da un'insolita ammirazione per il dialetto ed altre manifestazioni sottoculturali assurte a motivo di un orgoglio mai espresso nei circa 7 secoli di storia precedenti all'Unità d'Italia.
I pochi civili esistenti a Napoli hanno un altro vizio, comune ad altri italiani: criticano a prescindere, sospendono la loro razionalità, addirittura corrompono in modo quasi patologico sensi come la vista, e non comprendono tre concetti di una banalità sconcertante. 

Il primo: se un servizio non funziona come dovrebbe (come è la metropolitana di Napoli), non è dovuto al suo modo di presentarsi, bello o brutto che sia. Semplicemente, essere belli rende per lo meno gradevole, nella peggiore delle ipotesi, qualcosa che non funziona. E poichè Napoli dovrebbe essere una città magnificata almeno dalla bellezza (il che non significa sia sufficiente nè prioritario, ma comunque importante), una delle poche volte in cui si realizza qualcosa che risponda a queste caratteristiche, andrebbe quando meno visto con un'occhio curioso, non criticone.
Il secondo: che la città sia abitata da incivili non implica che non debba fare di tutto per mostrare ed esaltare quanto scrivevo sopra. Ora, questo non avviene praticamente mai, Napoli è una bella donna distrutta dagli anni e dai figli di buone donne che la abitano, di moderno ha prodotto solo quell'aborto di centro direzionale che non ha fatto altro che peggiorare la vista panoramica. Da 20 anni c'è anche (in modo del tutto eccezionale, purtroppo) qualcosa di bello, ma  secondo i criticoni non si può nè costruire nè produrre perchè gli incivili poi lo rovinano. Bel modo di ragionare.
Il terzo: se, come molte opere pubbliche fatte in Italia, il lavoro viene realizzato in ritardo e con costi abnormi, non c'entra, di nuovo, nulla con il risultato finale. 

Questi concetti, assolutamente imbarazzanti per semplicità, vengono completamente ignorati quando si parla della Metropolitana di Napoli, definita dai napoletani criticoni come uno spreco di denaro, un cesso, o, nella migliore delle ipotesi, una cosa bella che "andrà rovinata comunque, quindi tanto vale non farla". Per essere chiari, parliamo della seconda Linea (ossia prima la cosiddetta Collinare inaugurata nel 1993) e delle stazioni nate in seguito. Quindi non dell'orripilante prima linea, unica metro di Napoli fino agli anni Novanta, ridotta ancora, se si fa eccezione di qualche stazione ammodernata, a livelli di indecenza fuori dal comune.
Tornando alla Collinare, si parla di una  struttura cominciata con fermate tradizionali e proseguita, nelle successive aperture, con le famose "stazioni dell'arte", chiamate così in quanto richiamanti determinati periodi storici o i nomi delle piazze in cui si trovano: si ricordano le metro di Salvator Rosa, di Mater Dei, di Piazza Dante e Cavour, che hanno seguito questo criterio. 
E da allora via con un altro, solito, vizio atavico degli italiani: il paragone con l'estero. Posto che non conosco, a parte Mosca, una sola metropolitana in Europa che sia bella più o anche semplicemente come quella di Napoli (sì, bella, non efficiente, se vogliamo discutere di altro apriamo un'altra discussione, grazie) sarei davvero curioso di vedere cosa penserebbero i signori sapientoni e dai gusti raffinatissimi allor quando vedessero una meraviglia come quella che - si spera, perchè il problema semmai è quello - tra i tanti sta per essere aperta a Piazza Municipio.

Sì, perchè Napoli si appresta ad inaugurare una delle stazioni dell'arte e, nello specifico, anche una delle piazze dell'arte: di fronte al sontuoso Castel Nuovo, per gli amici il Maschio Angioino (nella foto a sinistra la versione finale). La stazione e piazza, originariamente previste per lo scorso dicembre, sono state posticipate ad aprile. Un progetto che ha del sontuoso: un' area pedonale conduce al palazzo del Consiglio, una "pista" archeologica espone la città archeologica che risuona come un piccolo foro romano nel cuore del lungomare. Sottopassaggo per giungere ai treni, la via Marina ancora intatta. Non ci sarebbe nessun motivo per definire una cosa del genere nè brutta, nè fastidiosa, nè contraria all'esaltazione della bellezza di una città che avrebbe tanto da dare e da mostrare e sarebbe giusto che si muovesse in tutte le direzioni sotto questo punto di vista. Eppure, nascosti come serpi ma poi sempre pronti a venire fuori, i commenti sulla rete sono tra i più negativi possibile. 

Qualcuno, secondo me l'unico a ragionare minimamente, critica il nuovo aspetto della piazza rispetto a quello originario (che potete ammirare in foto). Ma questo poco ha a che vedere con il fatto che l'evoluzione visiva sia una cosa naturalissima in una città e non per questo vada vista per forza in modo negativo.
Qualcuno critica l'ostacolo alla viabilità, lamentandosi dell'inefficienza dei trasporti a Napoli. Solito modo di piangere senza fare nulla per migliorare le cose. E migliorare le cose, per i cittadini civili, significa prendere il mezzo pubblico, abbandonare l'automobile, alzare il proprio deretano e camminare senza i comfort dei quali si è tanto gelosi e attaccati. Al massimo significa parcheggiare il proprio veicolo ai limiti del centro (se si viene da fuori), andando in giro solo con gli autobus. Non ci vuole un genio per capire che il peggior bus del mondo funzionerebbe in modo nettamente migliore senza traffico. Caro cittadino criticone, comportati per primo responsabilmente, poi puoi pure iniziare a protestare!
Se la stragrande maggioranza dei napoletani smettessero di affollare le strade con i propri veicoli profumati, pieni di comfort ma contrari al bene pubblico e civico, sarebbe un buon punto di partenza.
Quindi sì, non me ne frega nulla di dare ragione alla giunta De Magistris e a tutti gli incompetenti che l'hanno preceduta negli ultimi decenni, tutti accomunati dall'attenzione alla pedonalizzazione. Certo, certe scelte gridano vendetta al cospetto di Dio (si pensi al pessimo Lungomare liberato, veramente un pugno nell'occhio per inutilità), ma se dovessi essere onesto, pur di costringere i napoletani con la frusta ad andare a piedi personalmente sarei disposto a pedonalizzare l'intera città, in un vero e proprio stato di polizia sulla mobilità.
Perchè con i barbari non ci può essere nè dialogo nè sensibilizzazione, meritano di essere messi all'angolo. Nello specifico, l'angolo di un'isola pedonale.
Gli altri commenti? Deliranti. Alcuni spacciano un legittimo gusto personale per una verità assoluta di matrice biblica.
Mi sono preso la premura di prenderne tre (piuttosto rappresentativi del livello di spegnimento mentale a mio giudizio) e di riportarli qui di seguito.
 
  1. Già immagino un sacco di barboni accampati in mezzo a quegli scavi. [Lamentarsi per avere una rigida applicazione delle pene contro i vandali non sarebbe più sensato di questo futile piagnisteo? nda]
  2. Una vera schifezza è dire poco, cemento e sempre di più cemento, ci auguriamo che almeno sia armato.
  3. Una distesa piatta e spoglia con qualche alberello. Questo è quel che resta della bella piazza rifatta da Lauro. Non capisco perché la costruzione di una metropolitana debba stravolgere lo stato dei luoghi sovrastanti. [Perchè nel mondo esistono gli aggiornamenti urbani forse? Perchè se non ci fossero in Europa saremmo in pieno romanico e il liberty manco lo conosceremmo? O Napoli è l'unica città che abbia subito dei cambiamenti nel tempo? nda]
 

Addirittura c'è chi mortifica perfino  la splendida stazione Toledo (in foto), inagurata da due anni, definendola un fondale di piscina. Siamo all'estremo della follia, in pratica una cosa una che la Napoli moderna abbia prodotto di bello, viene criticata senza alcun motivo logico. Nella migliore ipotesi vengono chiamate in causa altre  tematiche che, come dicevamo all'inizio di questo articolo, con la bellezza non c'entrano nulla: "non funziona, costa troppo, anni per costruirla". La signorina CNN, stilando la classifica delle stazioni più belle del mondo, l'ha messa al primo posto in Europa. Al tredicesimo c'è quella di Materdei. Ma come mai, dico io?! I signori criticoni sono così solerti nel gridare all'estero quando si fa beffe di noi, e se ne dimenticano altrettanto tempestivamente in questi frangenti?

Questo modo di pensare è tipico di chi vuole morire. Di chi vive una forma di illogicità visiva, oltre che una depressione a questo punto molto seria, visto che coinvolge anche il più superficiale dei sensi. E' gente che ha perso, in massa e quindi in una forma di follia collettiva, totalmente il lume della ragione, incapace com'è di capire che la bellezza di una metropolitana come quella di Napoli è qualcosa da preservare e da salvare in un mare di immondizia generale, non da offendere.
Sicuramente spiegabile sociologicamente da un'educazione all'indignazione ben radicata e dovuta alla moltitudine di nefandezze che lo Stato italiano e, nella fattispecie, Napoli, ha prodotto in decenni di autogoverno. 
Comprensibile da un punto di vista psicologico, non scusabile da uno pratico. La metropolitana di Napoli inaugurata nel 1993 e proseguita negli anni successivi resta, nonostante la puzza sotto il naso di questi signori, un esempio di bellezza e di arte moderna per tutto il mondo. E non funziona bene indipendentemente dal suo aspetto, ma per altri motivi seri che la sua bellezza, per fortuna, non inficia. 
 
Ci possiamo pure schierare contro i suoi costi di produzione, ma è una valutazione, di nuovo, soggettiva. Personalmente credo che le stazioni dell'arte siano un modo per valorizzare una città che dovrebbe esprimere bellezza in tutte le epoche, non soltanto in quelle passate. E se la metropolitana è un modo moderno di esporla, nonchè l'unico attualmente in vita, ben venga. Di altro non si è prodotto, nel liquame puzzolente in cui è piombata la città. Quel poco che c'è va valorizzato, non depresso.  
Che i napoletani distruggano tutto ciò che gli passa sotto mano non c'entra nulla col fatto che la metropolitana napoletana sia la più bella d'Europa dopo quella di Mosca, fatto riconosciuto non dal sottoscritto, ma da classifiche straniere terze. Quindi la soluzione non è non realizzarla, sacrosanto per una città che dovrebbe produrre bellezza in eterno. Ma sterminare i napoletani incivili che imbrattano. Punto.

Chi segue quel modo di pensare distruttivo è limitato al pari di chi si lamenta per la candidatura italiana alle Olimpiadi del 2024. 
Un problema senza senso. Viviamo in un mondo in cui fior di paesi, anche con emergenze ben più serie di quelle che abbiamo in Italia, ospitano manifestazioni sportive importanti: non organizzarle non migliora nè risolve i problemi, uccide soltanto definitivamente un popolo che rinuncia, così, a qualsiasi sfida per il futuro. Perchè le sfide per il futuro spingono per lo meno a tentare di migliorarsi, e non a suicidarsi definitivamente.

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