E' un pensiero breve, ma lo esprimo con questo video:
Qui
l'attrice Ambra Angiolini, fresca separata dal marito Francesco Renga,
recita contro la cosiddetta alienazione parentale, un fenomeno complesso
che nella fattispecie riguarda un aspetto ancora più specifico, ossia
quando, in caso di divorzio, i figli si ritrovano a vivere con uno solo
degli ex-coniugi, relegando l'altro ad un ruolo di serie B o addirittura
sporadico. Il risultato è che il figlio, in pratica, cresce senza un
genitore.
Tutto è stato realizzato in occasione dei circa 10 giorni, dall'8 al 18 novembre, in cui l'associazione Doppia difesa si è attivata contro quella che è a tutti gli effetti una violenza.
Lo
spot in sè ha un valore importante in un'epoca in cui nessuno o quasi
dà valore non solo all'infanzia e alla crescita, ma anche alla vita a
prescindere: si legga l'apriorismo con cui si accetta un dramma assoluto
come l'aborto, verso soggetti che tra l'altro non possono esprimere il
loro bisogno, prima che desiderio, di vivere (sintomatico e comodo che a
sostenerne la liceità siano persone "già nate", ma questa è una lieve,
seppur decisa e inflessibile, digressione). Tutto ciò però non mi frena
dal sottolineare la mancanza di strumenti legali per contrastare non
solo l'alienazione parentale, ma anche e soprattutto le esigenze
logistiche del coniuge senza l'affidamento.
Non esiste, infatti, alcuna legislazione nazionale al mondo che, ammettendo il divorzio, preveda un reato penale
per il genitore che, ottenuto l'affidamento, si allontani
geograficamente in modo consistente dall'ex marito o ex moglie. Una
questione che va ben oltre la pubblicità "progresso" pubblicata sopra.
Probabilmente perchè non riguardante una fetta significativa di persone,
è verosimile pensare che il caso non sia così frequente.
Ciò
non lo rende meno grave, ma anzi un elemento su cui smuovere
l'insensibilità pressochè totale delle masse e dei mezzi di
comunicazione. Un mondo più giusto dovrebbe costringere il genitore
separato e titolare dell'affidamento non solo a non porre alcun paletto
nella frequentazione dell'ex compagno/a, ma anche impedirgli
tassativamente di trasferirsi lontano da lui, in un'altra città o
addirittura in un altro Paese. Situazioni che troppo spesso ci hanno
reso testimoni di figli con genitori divisi addirittura in due parti del
mondo, senza che nessuno si indigni per questo ennesimo crimine contro
l'infanzia.