Copertina

Copertina
A Walt Disney Silly Symphony!

venerdì 16 gennaio 2015

La monopolizzazione di una carica

La sinistra si avvia, tanto per cambiare, a imbastire le solite trattative intrise di finta democrazia per eleggere il nuovo capo dello Stato. 

Un capo dello Stato che, dalla caduta del muro di Berlino in avanti, è sempre stata sua espressione, senza eccezioni. Certo, solo uno appartiene al ramo degli excomunisti precedenti alla svolta della bolognina, ma tutti, sempre senza eccezioni, appartengono al nuovo blocco politico di centrosinistra formatosi dopo la fine della Guerra Fredda e l'inizio del bipolarismo italiano. 
Scalfaro era un democristiano che, in pieno 1992 e dopo lo sfascio di Mani Pulite, abbracciò quella che all'epoca davano tutti per la coalizione vincente. 

Poi Carlo Azeglio Ciampi, un bancario che, come gran parte della sua lobby, sposa la sinistra postcomunista nata dopo la fine della Guerra Fredda. 
Infine Giorgio Napolitano che, come tutti sanno, è l'unico a provenire direttamente dall'ex-Partito Comunista.

Dei tre, salvo solo Ciampi. L'unico a preoccuparsi in modo quasi genuino di una pacificazione che non arriverà mai se non la si pianta di essere in malafede e di non riconoscere l'esistenza dell' altro, una cosa impossibile in un Paese che ha scritto, per citare Aristotele, una Costituzione dei vincitori senza preoccuparsi che fosse di tutti, tutto ciò tralasciando gli impressionanti limiti mostrati fin dai primi anni della sua esistenza.



Gli altri due presidenti sono stati veramente robaccia:  determinatissimi a far vincere sempre il pregiudizio, a rafforzare ben salda la superiorità etica basata sul nulla, a dividere anzichè ad unire. 



Ora sta per riproporsi la medesima tiritera degli ultimi vent'anni: e di un minimo di alternanza, tanto per cambiare, non se ne parla. Sempre le solite scuse: "a destra c'è povertà" "è solo quello il motivo" varie ed eventuali che nascono sempre dal quel pregiudizio che gentaglia come Scalfaro ha approfondito invece che stemperare, nell'interesse della Nazione per lo meno.

Piccola considerazione: ma come si può mai credere che in un parlamento fatto quanto si vuole di farabutti e incompetenti, il signore indegno ma ehi!, culturalmente preparato e non povero sia solo a sinistra? 
Ciò detto, senza farla troppo lunga, i nomi ci sono eccome: se li si vuole vedere, è chiaro.
Le ragioni dell'esclusione sono le solite:

  1. Non sono sponsorizzati
  2. Motivi culturali e storici che hanno portato la sinistra a monopolizzare una certa idea della cultura e dell'istituzione. Il 1989 ha portato alla fine di certe tendenze, ma ha liberato in maniera irrefrenabile altre.
Di candidati di livello culturale esistono a destra come a sinistra: in modo molto semplice, quelli di sinistra sono mainstream da sempre, nello specifico da circa una settantina d'anni, ma è curioso notare che prim della caduta del muro di Berlino se ne potesse fare tranquillamente a meno, prima che l'imprescindibilità del Verbo al di là delle ex-bandiere rosse si concretizzasse. 
 
Partendo dal basso, ossia dalla meno seria delle proposte che mi permetto eccome di fare visto che qualcuno continua a parlare di Prodi (dico, Romano Prodi, sì quello lì!) dico che se è stato eletto Giorgio Napolitano, di destra basterebbe perfino un Buttiglione qualsiasi: e non sarebbe nemmeno uno qualsiasi.
Per quanto non sia di mio gradimento, parliamo infatti di un filosofo ultrapoliglotta di livello universitario mondiale: se stesse a sinistra sarebbe considerato in ben altro modo. Chi lo nega o mente sapendo di mentire oppure non si rende conto di come va il mondo quando è il suo. 

 
Lanciata la mina esplosiva meno seria, spero ci si renda conto pure che non ci vorrebbe nulla anche solo a lanciare un nuovo nome nel panorama politico, ma se certe "prerogative" sono monopolizzate da qualcuno (per di più spalleggiato volontariamente di un autentico pagliaccio come Berlusconi) non c'è molta trippa per gatti.
Un secondo nome provocatorio fuori dal contesto politico? Guido Bertolaso: passi che probabilmente non accetterebbe, se fosse a sinistra - come sempre - si farebbe la fila per candidarlo o quanto meno per proporlo.

Un terzo nome meno provocatorio? Gianni Letta. Tocca essere molto ripetivi in questa sede, il primo indignato sinistroide deve portare carta e penna, perchè se sono stati eletti Scalfaro, Ciampi e Napolitano non c'è nessun motivo per non eleggere uno come lui (e mi sto pure trattenendo, anche se Ciampi è stato un presidente che ho condiviso perfino io).
Un quarto meno a destra ma per lo meno non a sinistra? Pierferdinando Casini. 

 
Dal momento che io sono stato costretto a vedere come super partes per vent'anni gente come Scalfaro e Napolitano, mi pare sacrosanto ragionare allo stesso modo a parti invertite. La verità è che dal 1989 in poi si sono sciolte delle briglie incredibili: chi prima di quell'anno fatidico preparava tutt'altro futuro politico si è trovato con un'eredità pazzesca sotto il naso. Anche giudiziaria, un problema che rende difficoltosa la vita del Paese in generale, non solo la pacificazione che personalmente desidero ardentemente (anche se mi ritrovo, come spesso accade, ad esser solo).
 

La cosa ironica è che parte di quest'eredità, per motivi squisitamente commerciali e storici, viene ancora in parte finanziata, dopo anni di chiacchiere, dal signor Silvio Berlusconi. 

Che pena!



Nessun commento:

Posta un commento