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A Walt Disney Silly Symphony!

lunedì 4 gennaio 2016

Della meridionalità e dell'italianità perduta



Allora, questa è una storia lunga. Comincia quando, nel forum di tifosi calcistici che frequento, un torinese collega annuncia il suo trasferimento in Sicilia, in zona Novara per precisare. Alle domande di tutti sul perchè di questa scelta la sua risposta è stata quella tipica del settentrionale ingannato dal Mare, perchè sì, esistono anche loro: "Qualità della vita? Volevo vivere in un posto di mare, caldo e con gente meno stressata e che magari sa godersi le cose belle della vita."

Tralasciando la tristezza di una frase del genere che comunque non mi sento di criticare ma di compatire, vista l'illusione e la totale inconsapevolezza che c'è dietro, e tralasciando il fatto che non ho avuto il cuore di contestarlo sulle prime (è una persona che fa una scelta importante, gli vanno fatti gli auguri sinceri, non lanciati gli incubi addosso), dopo qualche pagina di topic alcuni meridionali hanno gettato la maschera e a quel punto l'ho fatto anche io.

Il primo a rompere gli argini, a dirla tutta, è un romano che la tocca piano, come si dice in gergo, e parla apertamente di "paese di merda con gente di merda".  Apriti cielo, "ma come ti permetti, ma che dici, ma che sopra, ma che sotto". Stranamente non viene fuori la parola razzismo, ma il succo è molto simile. Qualche amico del nord introduce il germe del dubbio: "Sì, posso pure concordare che siano tutte cavolate, ma se per un Pino che va da nord a sud ce ne sono cento che fanno il percorso opposto, magari, questo Sud tutto questo splendore non è". Una frase semplice, un ragionamento ovvio, scritto timidamente, quasi a preoccuparsi di non urtare la suscettibilità di chi, per tradizione, non guarda in faccia la realtà.
Poi a scrivere sono due siciliani. Questo il primo dei due loro interventi:
Geograficamente parlando la Sicilia non ha eguali, senza offesa per nessuno. Il problema gravissimo dell'isola, essenzialmente, è uno solo: il degrado. Problema che, ovviamente, va scisso tra: strutturale, politico e sociale.
Come strutture, strade, autostrade, efficienza del lavoro, il degrado in Sicilia è ai minimi storici. La provincia di Messina soprattutto è quella che più ne fa la spese.
La classe politica poi non aiuta di certo, ok, è carente in tutto il paese, ma Dio mio in sicilia, per fortuna che ora hanno Crocetta, che sta riuscendo a fare peggio di Lombardo (e gli davano del mafioso).
Socialmente è la regione peggiore d'Italia, punto. Su un campione di 10 persone, 7 sono un concentrato di: cafonaggine, ignoranza, maleducazione, stupidità e delinquenza senza pari.
Quando ancora vivevo in Sicilia ho sempre avuto modo di girare, spesso, le varie città, ma la peggiore in assoluto è quella in cui sono nato e cresciuto: Catania.

Ripeto, non voglio generalizzare, ci sono anche le brave persone e le famiglie a modo, ma da Siciliano consiglierei di andare sull'isola solo per una breve vacanza estiva, stop.
Secondo intervento, di nuovo un siciliano: 
In Sicilia c'è una migrazione generazionale e culturale devastante, la stragrande maggioranza dei giovani con una laurea emigra altrove, a meno di non avere i giusti agganci per trovare lavoro in quella terra.
purtroppo quello che servirebbe a quella regione è un reset tanto per cominciare della politica locale tutta*, con un bel commissariamento della regione, visto che è assurdo trovare infrastrutture che risalgono all'epoca dei borboni e mai più aggiornate, come la rete ferroviaria.
io ci ho vissuto per 27 anni, alla prima occasione utile me ne sono scappato senza alcun rimorso, vita ne ho una e non posso combattere certo coi mulini a vento di chi è convinto che il lavoro si trova elemosinando raccomandazioni
*dove tutti comprende pure quei venditori di fumo del m5s, sia mai che la mia passi per propaganda verso quei pazzi ignoranti
E' però vero che non è un problema solo siciliano ma di tutto il meridione d'italia, non è che regioni come la calabria o la stessa puglia siano messe tanto meglio
Qualcuno sbotta, ma che dite, ma andate contro la vostra terra, ma Peppino Impastato, ma Falcone, ma Vattelappesca. Io intervengo, con sincera solidarietà, appoggiando ciò che hanno scritto i due siciliani. Mi sento in dovere di citare le eccezioni. Ricordo Trapani, città assolutamente splendida e pulitissima che non avrei mai creduto di vedere in Sicilia. Ricordo eccezioni nella mia regione, come le cittadine della costiera, Salerno, o altre regioni come Molise, Basilicata ma anche l'Abruzzo (che è praticamente Italia centrale per qualità della vita) che fanno da contrasto alle "malate" Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Poi chiudo con un intervento che non può non partire da quel "Peppino Impastato" nominato un po' a sproposito:
Peppino Impastato, così come Falcone, Borsellino, Alfano o Siani e i numerosi eroi che hanno contraddistinto la storia del Mezzogiorno, sono l'ennesima prova che il Sud è singolo, è qualità specifica, è talento ma MAI gruppo, collettivo nè tantomeno coesione. Esistono, hanno bisogno di esistere, a causa del tessuto sociale malato che li ha generati, assetati di giustizia e di senso del bene, dello Stato. Vale per gli eroi come per le numerose menti letterarie e artistiche che hanno dipinto la sua storia, sia chiaro, dal primo Tasso fino all'ultimo dei Verga o dei Tomasi di Lampedusa.
E', in esasperazione, la storia d'Italia: è un problema della penisola quello della mancanza di collettivo, ma ciò non toglie che ci sia stata una parte del Paese che è riuscita, nonostante innumerevoli problemi in circa 8 secoli di storia, a produrre comunque usi civici rilevanti dal 900 in poi. I Comuni medievali o, per andare all'apice, la Serenissima. Ma sono casi abbastanza isolati, la storia d'Italia è la storia delle sue menti specifiche, raramente del suo popolo che, purtroppo, vive e cresce totalmente indifferente alla sua storia (eccezionale, tra l'altro) e alla culla che ha rappresentato per l'Occidente. 
Negli anni ho maturato la convinzione che le persone intelligenti siano giocoforza una minoranza, in qualsiasi popolazione: forse ho ragione, forse ho torto, chissà. Però sono abbastanza sicuro che uno dei primi sostituti naturali dell'intelligenza in una società sana sia il senso civico. Il Nord, pur soffrendo alcuni mali tipici della storia d'Italia, da questo punto di vista ha prodotto qualcosa. Il Sud niente. Tutto qui. Non si tratta di smerdare o di altro, un Pirandello resta un faro assoluto per chiunque voglia capire la cultura occidentale, ed io stesso ne sono innamorato.
Ma un Pirandello, da solo, non fa ciò che tutti vorremmo fosse il Sud. Ma che disgraziatamente non è.
Montanelli, per farla breve, l'aveva vista giusta: "Gli italiani sono così. Hanno una storia pazzesca, addirittura straordinaria: ma non la studiano, non se ne interessano". 
E questa, sinteticamente, è la loro rovina. 

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