Copertina

Copertina
A Walt Disney Silly Symphony!

mercoledì 8 ottobre 2014

L'indipendenza e l'intraprendenza

Qualità notevoli, dirà qualcuno. Ma la loro importanza in politica è universale o contestuale?
Rifacendosi alla tradizione della destra più fiera e intransigente, sicuramente fondamentale. Ciò che viene criticato all'attuale Presidente del Consiglio è precisamente questo. Non aver alzato la testa di fronte all'Europa e alle sue politiche vessatorie, a differenza della Francia. I soliti autocritici anti-italiani, come da tradizione, ammoniscono:

"come possiamo noi, male di tutta l'umanità, cancro dell'Europa, origine della attuale diffusione dell'Ebola nel mondo [ecc.ecc. nda] permetterci di chiedere flessibilità? Cominciamo prima noi, cancro, male tumore [insulti vari ed eventuali ndr]".
Un atteggiamento ciclico che storicamente ha dimostrato di non produrre nulla, ma qualcuno dovrebbe spiegare a questi signori le ovvietà che troppo spesso dimenticano, ossia che: in primo luogo non siamo il cancro dell'umanità, perchè nonostante la retorica anti-italiana, se questo Paese è arrivato tra i primi industrializzati al mondo e ancora oggi non rappresenta certo una specie di Senegal nel pieno sottosviluppo, qualcosa di buono magari ce l'ha. In secondo luogo che alzare la testa di fronte all'Europa non significa non avere autocritica. Significa, semmai, smetterla di essere unicamente autocritici, che è una cosa ben diversa.

Renzi ha scelto una via di mezzo, tipica dell'italianità con tutto il criticismo che sotto questo profilo si può trovare in essa. Però si sta anche muovendo, e questo gli va riconosciuto. La sua diplomazia sottile, se non altro, ha già trovato l'alleanza francese, e da un punto di vista ben più immacolato, viste le incredibili violazioni che l'Eliseo commette rispetto al patto di stabilità da anni: magari i signori d'oltralpe avessero l'autocritica estrema che esprimiamo noi.
Ha ragione chi dice che Matteo Renzi sia salito alla presidenza del Consiglio con i favori dei poteri forti europei, senza dubbio. Sarebbe stato impossibile per lui anche solo avviare i tentativi che sta perseguendo senza un minimo appoggio massonico. Ma questo non significa necessariamente, come ha sostenuto qualche amico con cui ho dibattuto dell'argomento, che non farà il bene dell'Italia. O che questa iniziale dipendenza non possa trasformarsi in qualcosa di più concreto in futuro.

E, per rendersene conto, basti pensare, in epoche ciascuna diversa dall'altra, quali altri capi di stato nostrani siano stati in grado di affrancarsi da dipendenze esterne che, inizialmente, limitavano eccome il proprio raggio d'azione. 
I primi due esempi che mi vengono in mente sono Benito Mussolini ed Alcide De Gasperi: a prescindere dagli ovvi strapiombi che separano i due, entrambi hanno dovuto far fronte a poteri particolari con cui convivere prima di attuare (manco completamente) la loro politica.
Mussolini fu addirittura scelto dalla borghesia industriale nei primi anni di governo, e anche nei primi anni della dittatura dovette convivere a fatica sia con la Chiesa che con la Monarchia: ciò non impedi di avviare la strada delle azioni sociali ed economiche che divennero marchio di fabbrica del regime negli anni '30.
Se il dittatore di Predappio costruì lo stato sociale italiano (una cosa che nei primi anni di potere non gli avrebbe concesso nessuno), il democratico di Trento riusciva ad affrontare, pur sottostando ai giganti vincitori, con enorme dignità le trattative di Pace, dando il via a quei provvedimenti necessari per far ripartire l'Italia dopo una guerra e una sconfitta disastrose, ponendo le premesse per salvare pure la pericolante Trieste.

Oggi Matteo Renzi vive un contesto estremamente internazionalizzato in cui l'Unione Europea si comporta come uno schiacciasassi, soprattutto nei riguardi di Paesi come il nostro che attraversano una crisi di autostima verticale da ormai quarant'anni. Premesso che non è mia intenzione paragonarlo ai signori di sopra, la speranza che ci sia la stoffa e l'intelligenza politica credo non sia del tutto vana.
Di costoro non ha sicuramente la forza politica e un orgoglio nazionale-patriottico molto limitato o comunque parecchio "timido" (anche se mostra interesse per un minimo approccio positivo ai problemi, a differenza della maggior parte degli italiani), potrebbe avere l'intelligenza e l'intraprendenza, almeno fino ad oggi le ha dimostrate. Portare a casa in appena 7 mesi le riduzioni irap e irpef, il pagamento dei debiti della PA, i primi voti favorevoli per le riforme del senato e delle province, non può essere considrato pochissimo, soprattutto in un sistema come quello italiano in cui, di fatto, a governare è l'ostruzionismo delle opposizioni o degli alleati. Questo indipendentemente da come la si veda su ogni singola legge o provvedimento.
Il punto iniziale però ritorna, provocatorio: la tattica di Renzi può funzionare? Evitare sempre lo scontro frontale può essere, con questo nuovo approccio fattivo, una via nuova per recuperare credibilità e poi - finalmente - cercare di far valere almeno in parte il fatto di essere il terzo bacino di consumo dell'Unione?
Io ne sono sempre stato scettico, ma considerato il buon approccio che - per ora - sta dimostrando il Presidente del Consiglio, credo sia giusto concederci almeno il dubbio.

Nessun commento:

Posta un commento