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A Walt Disney Silly Symphony!

lunedì 24 novembre 2014

Così si risolvono i problemi in un Paese normale, cari italiani



Una partita di calcio. Un derby, quindi sicuramente una gara particolarmente importante per i giocatori in campo e per i tifosi sfegatati, che sentono la stracittadina come qualcosa di fondamentale nelle loro vite. Ma sempre una partita di calcio. Come ce ne sono tante e come ce ne saranno tante in futuro. Ma cominciamo dal principio.

Ci si potrebbe soffermare su un miliardo di cose, dalla mancanza di rispetto verso le persone, verso le passioni altrui, all'incapacità totale di comprendere la nicchia di certi fenomeni, alla semplice voglia di spararle a caso dandosi pure il tono dei dotti. Per non parlare dei commenti sotto, il vero peggio del peggio, insieme a un articolo che avrebbe pure qualche motivo di critica, non fosse infarcito dai soliti luoghi comuni autoflaggellatori.

Vabbè, tanto "degrado italiano" "mi vergogno di essere italiano" "in un paese civile" (questo è il super script per eccellenza, il jolly), "voglio andarmene dall'Italia" sono le frasi che escono fuori dal cervello medio delle persone, in questo periodo di più, ma personalmente le ho sempre sentite. La cosa bizzarra è che chi non le proferisce con tutta questa smania, come il sottoscritto, comprende bene la differenza tra criticare e lagnare.

Tutto questo non mette minimamente in questione la storia della cara Cristoforetti, che di per sè è gran cosa in generale, meno se si pensa alla vergogna di questo Stato, capace di non festeggiare la vittoria del 4 novembre nè quella dell'unità nazionale ma preferire i ricordi delle sconfitte: perchè mai dovrebbe glorificare, magari con parate ufficiali, la prima donna italiana nello spazio? Massimo qualche micro-celebrazione, ricevimento privato del presidente di "W la Repubblica (1) W l'Italia (sempre al secondo posto, mi raccomando)", e si va tutti a casa più ignari di prima: non ce la si prenda con la massaia però, che nella sua ignoranza ha poco a vedere con uno scempio del genere.

Questi signori si dividono tra ignoranti che campano di vittimismo e cecità di fronte ad altri paesi del mondo, decine e decine, messi peggio di noi, duri e puri incapaci di concepire l'esistenza del concetto di "hobby" anche se nel mondo c'è gente che muore di fame, e anti-italiani nel vero senso della parola innamorati del mito dell'estero.
Personalmente alle frasi di cui sopra ho sempre risposto con le seguenti affermazioni: no, non mi vergogno per un cazzo di essere italiano, primo perchè il mio essere non dipende dai successi-insuccessi-malefatte-giustizia-ignoranza del mio Paese, della sua classe politica o dei suoi cittadini, secondo perchè sarò anche stronzo ma sono innamorato di tante cose di questo luogo che spero di non abbandonare mai salvo costrizione, terzo perchè per tanti ignorantoni-buffoni (non è questo il caso, ma cito comunque il concetto) che ci sono conosco sempre delle persone per bene, le ho sempre conosciute e le conoscerò ancora, e la loro esistenza pratica, fattiva e reale non può mettere in discussione la loro nazionalità meno che di quella del politico mafioso, il cittadino ignorante o questi orridi criminali che si permettono pure di avere un hobby (non so dove andremo, di questo passo, dico io). Quarto perchè quello che sono io è senza dubbio una rivalutazione degli italiani rispetto ai clichè di cui l'articolo abusa senza aprire il cervello.
Quinto non vedo l'ora che tutto questo ciarpame se ne vada sul serio da questa Italia brutta, cattiva e infernale, che almeno ci lasciano in pochi a viverci, rispettandola, essendone anche orgogliosi e perchè no, volendole anche un mondo di bene quanto gliene voglio io. Pietà, sparite subito!




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