Copertina

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A Walt Disney Silly Symphony!

venerdì 7 ottobre 2016

Quel brutto anatroccolo che ci ricorda sempre il valore delle differenze


Assaporando un dolce venerdì sera, guardavo sullo schermo del mio salotto "Il Brutto Anatroccolo" firmato Disney. Forse la "mia" Sinfonia Allegra per eccellenza. Altamente evocativa e poetica, una riflessione anche sulle differenze ed identità, se vogliamo, quelle che oggi in pochi concepiscono se non urlando al razzismo.

Quello stesso anatroccolo deriso dai suoi "diversi" che viene accolto con amore dalla sua vera famiglia: una visione oggi completamente in via di estinzione. Quando il cigno trova i suoi cari, dà un ultimo sguardo alla sua famiglia adottiva: il risentimento è palpabile (nonché comprensibile) nella espressione, ma lo è anche il sorriso di mamma anatra, che dal proprio punto di vista è tutto sommato felice che il "loro diverso" abbia trovato il proprio posto con i suoi simili. Razzismo, diremmo oggi. Radici, si direbbe allora. Perché rispettare e non odiare altri popoli, razze o creature non significa tendere alla distruzione delle proprie caratteristiche, qualsiasi esse siano.



Sulle Sinfonie, comunque, ci sarebbe sul serio da scrivere un libro. Il contributo alla musica contemporanea che hanno dato - tralasciando quello all'animazione semplicemente fuori scala - è molto sottovalutato per i soliti e ben noti storici motivi. 


Walt "scrisse e pubblicò" il suo Fantasia nel 1940, ma le 75 Sinfonie possono essere considerate a tutti gli effetti come un gigantesco predecessore, a puntate, scandagliate per anno. Un predecessore diverso, più vicino a Lo scrigno delle sette perle (1948) che non al "concerto filmato" di Disney e Stokowski, ma in ogni caso un progenitore importante non solo per i disegni animati sul grande schermo ma per tutta l'arte contemporanea.


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