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A Walt Disney Silly Symphony!

domenica 8 ottobre 2017

Doping Metroid



Ho appena consumato il remake di Metroid 2: Return of Samus (rinominato con poca fantasia "Samus returns"), originariamente uscito per il monocromatico Game Boy nel 1991 e realizzato su 3DS, con tanto di grafica in poligonale, visualizzazione in 3d e quant'altro.

Del capitolo uscito all'epoca ricordo quasi nulla. Non lo possedevo nemmeno, vista la difficoltà che avevo, da bambino, nel comprare i giochi: in compenso me lo feci prestare da un amico delle elementari, come era uso comune per sopperire alla mancanza di dindi. 

La cosa che mi rimase impressa fu però la sua difficoltà media, una cosa che anni dopo avrei superato con Super Metroid, gioco portato a termine una sola volta nella travagliatissima generazione a 16 bit che contraddistinse la mia vita di videogiocatore (da adulto me lo sarei risparato per ben due volte, una sulla Virtual Console del Wii e la seconda su cartuccia originale grazie alla mia rediviva collezione di retroconsole).



Samus Returns, con Return of Samus, c'entra molto poco. La struttura è stata ridisegnata, ampliata, sono state aggiunte la mira libera e il corpo a corpo istantaneo. Dubito avrei avuto la forza di rigiocarmi, a parte la veste grafica, il capitolo originale. 

In ogni caso, è interessante notare che, quando si "mette in moto" un Metroid, la voglia di rigiocarne altri, anche già vissuti, anche già conosciuti, sia praticamente estemporanea. Preso dalla foga ho rimesso su per l'ennesima volta Metroid Prime proprio stamattina, ovvero quello che, a mio giudizio, è il miglior episodio di una saga che dal 3d in prima persona ha trovato la sua autentica consacrazione: difficile che lo rifinisca per l'ennesima volta, ormai il tempo è tiranno e finché non porterò a termine alcune questioni lavorative che mi terranno impegnato almeno fino al nuovo anno, non potrò spaziare nel mondo dei balocchi che amo fin da bambino e continuo ad amare da adulto. 

Poi c'è Mario Odissey in arrivo, ed è scontato - nonché doveroso moralmente - concentrarsi su quello dalla fine di ottobre in poi. Insomma, non c'è trippa per gatti. Ma l'effetto dopante della saga di Samus, in Zelda e Mario non esiste. È una constatazione - quasi - oggettiva. Mario è da sempre un mordi e fuggi almeno dai tempi di Galaxy, Zelda ha rivoltato calzini e vestiari con Breath of the Wild, ma al momento è un caso particolare.

Sarà la struttura particolarmente trascinante, i vincoli forse maggiori e l'onnipresente backtracking. Ma qualcosa, quando c'è la Aran di mezzo, da puro divertimento si trasforma in dipendenza.



Non si può manco dire dall'aspetto - probabilmente sensuale - della nostra eroina, mostrato solo in qualche artwork ma poco nei giochi, ammesso e non concesso di considerare gioco quel buco nell'acqua dal titolo di Other M. Sarà forse l'attesa per il Metroid Prime 4 annunciato su Switch ma di cui ancora non si è vista un'acca? Mah.



Insomma, Dio benedica Metroid, un gioco che dal Super non invecchia mai (e non dal 2, rivisitato per l'occasione). Lo potrete rigiocare anche nel 2355, ma darà sempre la paga alla stragrande maggioranza delle produzioni contemporanee, Nintendo inclusa. 

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