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A Walt Disney Silly Symphony!

martedì 14 luglio 2015

Satoru l'amico, erede di Hiroshi l'icona


Oggi sono decisamente più lucido. Non ho scritto nemmeno una virgola sul blog, ieri, per la scomparsa di Satoru Iwata. Sono stato tutto il tempo a me possibile sul web, su facebook, a postare una serie di sensazioni spezzettate, in continua evoluzione, che venivano fuori dalla mia mente e, (anche se mi fa pena utilizzare la parola visto l'abuso che se ne fa sempre) dal mio cuore. E' stata una giornata talmente paradossale che mi era davvero impossibile produrre un pensiero coordinato.

Come ho scritto ieri sulla mia pagina facebook, Iwata è stato se non per tutti, ma sicuramente per la stragrande maggioranza degli appassionati Nintendo, IL Presidente. Entrò nelle nostre vite in un pomeriggio estivo del giugno 2004, attraverso questa conferenza E3 che, per varie ragioni, avrebbe rappresentato un rilancio per la compagnia senza precedenti nè, al momento, successori. 





Nessuno di noi avrebbe scommesso una lira su di lui, in quel momento difficile per Nintendo tutta. Nessuno di noi credeva che quell'uomo paffuto e dinoccolato degli ultimi dieci minuti di conferenza potesse sul serio rilanciare il marchio di Kyoto al vertice del mercato videoludico, dopo che con l'ultima ammiraglia, il Gamecube, non si era stati capaci di raggiungere le 25 milioni di macchine, battuti anche dall'esordiente Microsoft e letteralmente disintegrati dal successo strabordante di Playstation 2.

Saremmo stati smentiti in pochissimo tempo. La politica innovativa inaugurata dal nuovo Presidente col Nintendo DS e proseguita con il Wii avrebbe, nel giro di appena un paio d'anni, quasi monopolizzato la scena, portando la casa di Mario sul tetto del mondo dopo due generazioni in cui si era ritrovata ad inseguire senza successo la concorrenza.
Questo per rispondere alla miriade di post che hanno affollato i forum mondiali nella giornata di ieri che, purtroppo, non si è interessata solo di cordoglio ma anche di inutili manie di protagonismo.
"Nessuno nega le condoglianze, ma in Nintendo non ci stavano capendo più nulla" è il commento scriptato prodotto, in media, dall'oppositore  polemico medio.
I risultati della gestione Iwata sono lì a sottolineare l'inconsistenza di queste affermazioni. Certo, il Wii U, in termini commerciali, è stato un disastro, e il lancio della macchina, così come la sua stessa concezione, si sono pagate care, a causa della voglia di ricucire lo strappo nato da quell'antipatia mestruale che una parte di fan aveva stabilito con il Wii e soprattutto con il suo controller. Io stesso sono stato il più acerrimo nemico del Gamepad e della sua promozione.
Ma come direbbe chiunque dotato di un minimo di sale in zucca, solo chi non fa nulla non sbaglia mai. Non credo che, Ken Kutaragi a parte, esista un solo dirigente nella storia videoludica degli ultimi 30 anni ad aver raggiunto risultati minimamente paragonabili a quelli di Satoru Iwata. Il resto sono chiacchiere.  




Il peso enorme che ha avuto nella nostra storia si rileva anche per un elemento fondamentale: internet. Tutti noi abbiamo conosciuto la Nintendo "amministrativa" attraverso articoli e speciali sulle riviste cartacee. Siamo venuti così a contatto con gli idoli che hanno fatto parte della nostra infanzia e la nostra adolescenza di videogiocatori. Da Shigeru Miyamoto che ci venne subito presentato come il "creatore di Mario", a Gunpei Yokoi noto per aver inventato il Game Boy, fino a, naturalmente, la massima istituzione di Nintendo, ovvero il suo presidente storico Hiroshi Yamauchi.
Il vecchio samurai, almeno per me, è sempre stato un'icona. Non solo in senso figurato, ma anche sostanziale. Come tutti i bambini e ragazzi di quegli anni, su di lui leggevo qualche dichiarazione e qualche notizia specifica. Ricordo distintamente, ai tempi di Game Power, la presentazione del Nintendo 64, allora denominato Ultra, in uno specialone di un numero che, se non sbaglio, era dell'estate 1995. C'era una foto in cui lui appariva sul palco, probabilmente durante un keynote.
E' stata la prima volta nella mia vita che ho visto una sua immagine. La seconda sarebbe stata per lo Spaceworld (la fiera che Nintendo organizzava un tempo in Giappone) in cui venne presentato il Gamecube, ma si era già connessi alla grande rete, seppur con un modestissimo e pidocchiosissimo 56k che per caricare una foto impiegava una vita.
Insomma, prima dell'avvento di internet a velocità sostenibili non l'avevo mai sentito parlare, e pure dopo avrò visto sì e no un paio di video di qualche sua intervista. Di lui si era letto nel popolare Game Over di David Sheff, poi in articoli web sulla grandiosa storia sua e della compagnia che nel 1949 si preparò a guidare con successo, ulteriori approfondimenti che, dal 2000 in poi, si sono moltiplicati. Tutto materiale utile ad esaltarne la figura semplicemente incredibile, la personalità pazzesca, e la notevole onestà intellettuale. Ma non c'erano mai stati contatti reali per ovvie ragioni. Un'icona nel vero senso del termine, per tornare all'incipit.

Con Satoru Iwata invece siamo stati in contatto per più di 10 anni. Entra in carica nel 2002, ma noi lo iniziamo a vedere a partire dal giugno 2004. Prima nelle conferenze agli E3 di Los Angeles: lo vediamo parlarci del Nintendo DS, poi del fantomatico Revolution che sarebbe diventato il Wii. Poi nei keynote di qualche GDC, fino a quello, ormai storico, del Tokyo Game Show 2005 quando mostrava al mondo il wiimote. 
Ne abbiamo un ritratto più intimo e confidenziale con gli ormai storici Iwata Asks, in cui il Presidente intervistava gli sviluppatori (interni ma anche terzi) dei giochi in uscita per le console Nintendo. Continuiamo a vederlo costantemente nell'ultima creazione comunicativa partortita a Kyoto, quei Nintendo Direct all'inizio accolti con scetticismo da molti (me compreso) ma che ora rappresentano una parte importante dell'identità dell'azienda. 


Insomma, Iwata ci ha comunicato, ci ha parlato, ci ha presentato i suoi prodotti per un decennio abbondante. E' stato quasi un amico, oltre che un Presidente: un negoziante di fiducia che, certo non lavorando per la gloria, ci vende il suo ultimo ritrovato e ci da una pacca sulla spalla speranzoso di farci felici.  La passione con cui lo faceva è un aspetto non secondario, così come aver creato nuove tradizioni che sono ormai un patrimonio della storia di Nintendo.

Ieri ho pianto. E' difficile che succeda per una persona che, di fatto, non conosciamo direttamente. Però succede, casi simili li ricordo come se fosse ieri: Papa Giovanni Paolo II, Raimondo Vianello. Sono abbastanza sicuro che mi accadrà anche quando  il grande Giorgio Albertazzi non ci sarà più. Esempi diversi appartenenti a mondi diversi, ma con il tratto in comune di essere delle persone, anzi delle personalità. 
Personalità con cui, per un motivo o per l'altro, si stabiliscono dei legami che prescindono dalla conoscenza intima. Persone che ti accompagnano, che sono con te nel perseguimento delle tue passioni e dei tuoi interessi. Persone che lasciano il segno non solo nella storia, ma in te stesso. Una di queste persone era Satoru Iwata.

IL
Presidente che mi mancherà tantissimo.

Grazie.


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