Copertina

Copertina
A Walt Disney Silly Symphony!

domenica 21 dicembre 2014

I limiti della Democrazia

Elitisti, chi erano costoro? Gaetano Mosca (in foto), Vilfredo Pareto e Roberto Michels, nomi famosi nella sociologia  contemporanea che mi sorprende siano meno noti nella cultura di massa rispetto a un Marx, ma anche a un Croce, a un Gentile e forse anche a un Hegel. Il motivo è semplice, l'attualità del loro pensiero. O l'assolutezza? 

I signori di cui sopra (oltre a rappresentare i pochi fari della sociologia italiana, mai emersa storicamente come altre grandi tradizioni europee, la tedesca su tutte) hanno elaborato un concetto di una verità davvero sconcertante nella sua semplicità: non esistono i regimi politici. O meglio, ne esiste solo uno, e si chiama oligarchia. Tutte le manfrine storiche e l'alternarsi di regime, per Mosca, Pareto e Michels, non sono altro che orpelli estetici che oscurano la verità indiscutibile del governo delle minoranze. Risposte possibili? Non saprei.

Credo sia difficile per chiunque pensare che, specialmente in tempi passati, ma anche moderni, un dittatore o monarca assoluto sia stato mai in grado di governare realmente da solo, senza l'ausilio di alcun aiuto esterno o di un gruppo dirigente qualificato. Il concetto fondamentale è che il potere, per quanto assoluto possa essere, si scontra con i limiti fisici dell'umanità: l'unico che nella storia si è avvicinato ad una reale solitudine del potere è stato Stalin, ma in un quadro di follia omicidiaria senza precedenti e fine che, ad un certo punto, coinvolgeva anche i suoi servitori più fedeli (Beria e pochissimi altri esclusi). Quindi un caso, oltre che eccezionale, estremamente fuori dai canoni. Gli altri? Tra i recenti, Hitler, Franco, ma anche un Mussolini, Honecker o un Kadar erano circondati dalle quelle persone influenti che, tradizionalmente, guidano la società. Il signor Mussolini fu addirittura dimissionato dal Re e dal voto contrario di un gruppo dirigente.

Anche nelle democrazie avvengono processi del tutto simili, a dispetto di una sovrastruttura unica componente a differenziarsi realmente : il ricambio è scelto sempre dall'alto e dove, guarda caso, non si fanno altro che votare i candidati proposti. E in tempi più remoti? Luigi XIV, l'emblema dell'assolutismo monarchico, era da sempre dotato di collaboratori che lo hanno aiutato nell'accentramento amministrativo della Francia, in certi ambiti non dandogli nessuna voce in capitolo, e qui si pensi al suo ministro dell'economia Jean Baptise Colbert.
Gli esempi potrebbero andare avanti all'infinito, non c'è una sola era storica che non abbia dato ragione agli elitisti, mi pare incredibile come vengano sottovalutati e ignorati dalle prime pagine culturali di quotidiani e programmi di approfondimento. A parere di chi scrive, il motivo risiede nel sostegno del regime in vigore, sia esso una democrazia, un autoritarismo o un' oligarchia.
La democrazia non esiste, visto che quella che noi viviamo è in realtà una specie di "oligarchia elettiva". Ciò detto, sin da quando siamo nati veniamo educati all'idea che sia l'unico bene, supremo e assoluto. Ora, per esser chiari, io non credo nella fattibilità del potere del popolo (oltre a non ritenerlo nemmeno corretto, per motivi che spiegherò in seguito), però riconosco tranquillamente la legittimità dei valori ai quali si aggrappa la democrazia, concettualmente ed eticamente.  
Nessuno stolto potrebbe dire che la libertà sia un male, tantomeno in termini assoluti, però nessun altro stolto potrebbe affermare che risolvere un problema collettivo a qualsiasi costo sia, parimenti, un male assoluto: la seconda affermazione oggi è molto frequente, purtroppo.
Il problema non sufficientemente sollevato è che i valori democratici non sono i migliori a prescindere, mentre un altro punto su cui siamo educati - senza dirlo esplicitamente - è che qualsiasi tragedia, anche un bimbo che muore di fame (esempio estremo) valga di meno del costituzionalismo moderno.

Sono due i grossi limiti fondamentali della religione democratica.
Il primo è l'equiparazione dei voti tra intelligenze e preparazioni molto diverse:  la maggioranza di queste preparazioni è, com'è facile immaginare, estremamente scadente. Ma almeno a questo si potrebbe porre rimedio, contravvenendo al "dogma" del suffragio universale e incondizionato (perchè di principio religioso a prescindere si tratta) sostituendolo con un suffraggio da ottenere con il passaggio di esami pubblici di cultura politica generale.
Il secondo limite della democrazia è la sbagliatissima idea che, in qualche modo, tutti debbano avere una vena politica o la tendenza a svolgere mansioni tali. E' un'altra delle componenti basiche del pensiero democratico: tutti votiamo, tutti partecipiamo in minima parte, e si presuppone che dovremmo farlo adeguatamente informati e preparati. Ma nessuno si ferma a pensare che fare politica sia un mestiere, anche di categoria, esattamente come il medico, il professore, l'ingegnere e via discorrendo: e non si può pretendere che tutti, anche in modo molto semplice e minimale, facciano i medici, i professori, gli ingegneri o anche i politici.
Poi certo, nessuno mette in dubbio che ci siano  popolazioni più inclini a farlo e quelle meno propense (e mi pare ovvio che il popolo italiano rientri tra le seconde) però c'è anche l'assoluto diritto delle persone a non interessarsi delle tecniche pratiche di politica, non c'è nulla di male e bisogna recepirne la realtà concreta.
Io stesso, che di politica sono un appassionato e uno studioso, non ritengo di avere le qualità professionali per eseguire voti spesso tecnici e improponibili (si pensi ai referendum), eppure il diritto di voto mi viene concesso. Figuriamoci a tutti quelli che non studiano nè si interessano neanche minimamente...e molti di questi siedono addirittura in parlamento.

Se parliamo di corruzione nello specifico,  le democrazie sono, poi, i regimi più corrotti del mondo: le superano i regimi filosovietici e comunisti caduti nel 1989-1991, popolari anche per essere stati i più inquinanti del mondo a livello ambientale. Ma in quei casi le caratteristiche di statalismo estremo  creavano una pressione verso le classi dirigenti, le uniche a potersi permettere "lussi normali" che noi consideriamo scontati, e dal basso c'era una spinta al clientelismo fortissima, sconosciuta anche alle democrazie. Come pressione mai vista verso l'inquinamento provocavano i piani quinquennali e la loro distruzione di suoli naturali e risorse.
L'Italia poi, inquadrata in questo contesto già di per sè difficile, si ritrova tra incudine e martello: sotto certi profili è un Paese estremamente sfortunato. La sua storia post-bellica ne è tristissima testimonianza, nella divisione tra chi sostenne i partiti filosovietici (che potrebbe essere detto al singolare, per la maggioranza del tempo successivo al 1954) e quelli filoamericani, e il particolare strutturalismo che contraddistinse i primi, che non ricevevano semplicemente soldi ma direttive, concrete possibilità d'infiltramento in strutture istituzionali, editori compiacenti e spesso direttamente al soldo, ecc. ecc. Una specie di "versione leggera" dei metodi con cui i partiti del patto di varsavia presero rapidamente il potere per poi non mollarlo più, ma in un paese NATO. Tutte componenti che hanno ulteriormente frastagliato il tradizionalismo politico italiano e che hanno fatto sì che i limiti del concetto democratico qui da noi siano stati ancora più approfonditi.

E non certo per la corruzione, almeno non finchè non esisterà una classifica scientifica che possa davvero quantificare il danno: quella attuale è una graduatoria barbina,  il problema sta nella "percezione", una componente che rende fin troppo ovvio il nostro posizionamento alla testa europeo. Se ci fosse un'Unione del Mondo credo che a quel punto arriveremmo alla testa pure di quella, non credo esista un solo popolo al mondo più abile di noi nello smerigliare i propri fatti privati.

Combattere la corruzione è un dovere assoluto dello Stato: rendersi conto che siamo i peggiori giudici di noi stessi una verità storica.

Nessun commento:

Posta un commento